Breve panoramica sulle procedure fallimentari

La procedura di insolvenza viene generalmente avviata a causa dell'incapacità di una società di adempiere ai propri obblighi finanziari. La mancanza di liquidità si verifica quando le risorse disponibili non sono più sufficienti a coprire i debiti e le fatture aperte non possono più essere pagate.

L'articolo 5 della Legge Fallimentare italiana (R.D. 16 marzo 1942 n. 267) stabilisce che: “un imprenditore che si trova in uno stato d'insolvenza è dichiarato fallito. Lo stato di insolvenza si manifesta attraverso mancati pagamenti o altri eventi esterni che dimostrano che il debitore non è più in grado di adempiere regolarmente ai propri obblighi finanziari”. Se questa situazione si verifica alla data di scadenza, il debitore può richiedere l'avvio di una procedura fallimentare presso l'organo giurisdizionale competente in conformità all'articolo 17, paragrafo 2, della Legge Fallimentare italiana (L.F.). Ciò è possibile anche in caso di imminente insolvenza entro i prossimi 24 mesi, come previsto nell'articolo 18, comma 2, della L.F.

Inizialmente, l'organo giurisdizionale competente per la procedura fallimentare valuta la ricevibilità della domanda. Se la procedura è stata avviata dai creditori, viene esaminata la legittimità dei crediti, con il supporto di pareri di esperti esterni. Se vengono soddisfatte le condizioni, l'apertura dell'insolvenza avviene tramite un'ordinanza del tribunale. 

Successivamente, viene nominato un curatore fallimentare incaricato di effettuare un'analisi dei beni. Dopo una data di segnalazione e una data di voto, ha inizio la procedura standard, che si conclude con una data di chiusura e l'abrogazione, che vengono pubblicamente comunicate.

La domanda di un'azienda deve includere le seguenti informazioni:
 

  • Motivo dimostrabile dell'insolvenza
  • Elenco dei crediti e dell'ammontare del patrimonio della società
  • Informazioni sulla prosecuzione delle operazioni commerciali e sul settore di attività
  • Numero di dipendenti
  • Elenco dei creditori e dei loro crediti (compresa la dichiarazione certificata di esattezza)
  • Possibili misure correttive

Idealmente, per saldare i debiti e ripristinare la solvibilità è possibile utilizzare la vendita della massa fallimentare e adottare altre misure.

La situazione in Italia: sempre più aziende presentano istanza di fallimento

Secondo l'Osservatorio Cerved, nel 2015 il numero di imprese fallite superava le 82.000 unità. Oggi, su un totale di 1,6 milioni di aziende attive, Confcommercio stima che 120.000 realtà siano a rischio di fallimento nel 2023. Nel 2022, le richieste di aiuto sono aumentate del 45% rispetto all'anno precedente, passando da 16.300 a 23.500. Nello stesso periodo, si è registrato un aumento del 60% dei contratti di analisi di fattibilità sottoscritti (825 contratti) e del 93% dei contratti di consulenza (410 contratti).

Questi numeri sono il risultato di diversi fattori che hanno influenzato l'economia sia a livello globale sia locale: guerra in Ucraina, crisi delle materie prime, strascichi del Covid-19 per citarne alcune.
 


Rischio insolvenza: quali possibili contromisure?

Di solito, un'insolvenza è preceduta da una fase critica più lunga. Segnali di allarme tipici includono:
 

  • Mancanza di profitto nonostante una buona situazione degli ordini.
  • L'importo calcolato per la retribuzione dell'imprenditore non può più essere coperto.
  • Il conto aziendale spesso finisce in rosso.
  • Le fatture possono essere pagate solo con ritardo.
  • I pagamenti di una certa consistenza, come quelli per l'assicurazione sanitaria o per l'agenzia delle entrate, non vengono effettuati.

Per evitare tali problemi e ridurre il rischio di insolvenza, il management dovrebbe tenere presente i seguenti consigli:
 

  • È importante mantenere un controllo costante sui prezzi di mercato e assicurarsi che l’azienda sia in grado di offrire prodotti o servizi a un costo appropriato.
  • Utilizzare soluzioni di pianificazione finanziaria per monitorare i principali risultati finanziari, avendone accesso in ogni momento.
  • Ridurre la dipendenza dai singoli partner commerciali aumentando il numero di clienti B2B. Se l’azienda dipende fortemente da un unico partner commerciale, ciò può aumentare il rischio di insolvenza se il partner si trova in difficoltà finanziarie.
  • Controllare periodicamente la situazione finanziaria dei partner commerciali. È possibile farlo attraverso controlli del credito e accedendo a informazioni aziendali affidabili.
  • Considerare l'assicurazione dei depositi o l'assicurazione del credito per garantire gli ordini e i pagamenti. Queste assicurazioni offrono una protezione finanziaria nel caso in cui un cliente non paghi o si verifichi una mancata consegna di un ordine.
  • Valutare l'utilizzo di agenzie di factoring per la gestione dei crediti. Le agenzie di factoring acquistano le fatture scadute e pagano immediatamente ai fornitori, fornendo liquidità immediata.

In generale, è consigliabile digitalizzare almeno la gestione dei rischi e dei crediti. L'adozione di strumenti digitali e l'automazione dei processi possono aiutare a identificare precocemente i punti deboli e individuare rapidamente i partner commerciali inadempienti. Ciò consente di prendere provvedimenti tempestivi per mitigare i rischi finanziari.