Affrontare la crisi legata ai chip

I chip di silicio non sono solo componenti essenziali dei computer, ma si trovano anche in molti altri dispositivi. La loro produzione ha subito un crollo a causa della pandemia di COVID, determinando una carenza globale di chip. Nonostante gli sforzi internazionali compiuti per risolvere questa situazione, la scarsità di chip resta un problema rilevante.

 

Carenza di chip: la percezione delle aziende italiane

La carenza globale di chip, scatenata all'inizio del 2020 dalla pandemia di COVID-19, non si è ancora completamente risolta, e resta incerto il momento in cui questa terminerà. Questo è dovuto principalmente all'alta domanda di questi componenti elettronici: oggi, quasi ogni dispositivo digitale utilizza questi semiconduttori a base di silicio, cruciali per la produzione di circuiti integrati, noti anche come microchip. Qualsiasi dispositivo che necessita di calcolare o elaborare informazioni, come smartphone, computer. Persino elettrodomestici quotidiani come gli aspirapolveri, contengono un chip.

Un fattore che però ha di certo influito sullo shortage, è senza alcun dubbio l'eccessiva concentrazione produttiva a livello locale. In alcuni casi, bastano ad esempio incidenti minori che colpiscano specifici stabilimenti, per innescare un abbassamento drastico nella disponibilità di chip in tutto il mondo.

Ciò accade perché le poche fabbriche che sopperiscono al fabbisogno globale sorgono per lo più in Asia e non vi sono valide alternative a cui rivolgersi in caso di emergenza. Le prolungate fasi di stop imposte dai lockdown si sono soltanto andate a sommare alla naturale ciclicità del settore elettronico, causando una reazione a cascata che ha portato all’attuale situazione.
 

Il futuro dei semiconduttori in Europa: il ruolo dell’Italia

In un'epoca dominata da rapidi progressi tecnologici e dall'esigenza di catene di approvvigionamento affidabili, l'Europa sta compiendo passi significativi per consolidare la sua presenza nel mercato globale dei semiconduttori, con l'Italia in prima linea. Motivata dall'ambizioso European Chips Act”, presentato nel febbraio 2022 con l'obiettivo di raddoppiare la quota di mercato dei semiconduttori europei dal 10% al 20% entro il 2030, l'Italia ha avviato un percorso verso l'autosufficienza tecnologica e la cybersicurezza.

Il settore dei semiconduttori in Italia, che rappresenta il 3,3% del mercato europeo con vendite di circa 1,6 miliardi di euro nel 2022, è fortemente influenzato dal settore automobilistico, il quale assorbe circa il 40% delle vendite totali. Essendo il terzo maggiore produttore di componenti elettronici nell'Unione Europea, l'Italia ha implementato il proprio “Chips Act” attraverso il Decreto Omnibus, che introduce misure urgenti per la tutela degli utenti e per sostenere le attività economiche e gli investimenti strategici. Questo decreto non solo sincronizza le azioni dell'Italia con gli obiettivi dell'UE, ma introduce anche incentivi significativi per le imprese, come i crediti d'imposta per investimenti in ricerca e sviluppo nel settore dei semiconduttori. Inoltre, l'Italia partecipa attivamente al partenariato europeo “Chips Joint Undertaking”, finalizzato al finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo nel campo della microelettronica. Contestualmente, la formazione di un Comitato Tecnico permanente per la Microelettronica all'interno del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) rappresenta un approccio strutturato e poliedrico per promuovere lo sviluppo della microelettronica nel Paese. Questo comitato svolge un ruolo cruciale nel coordinare e monitorare l'attuazione delle politiche pubbliche nel settore.

Nel frattempo, la startup Silicon Box, fondata a Singapore tre anni fa da Byung Moon Han, ex dirigente di Jcet, e dai miliardari Sehat Sutardja e Weili Dai di Marvell Technology, sta emergendo come leader in questo settore innovativo. Dopo aver raccolto 410 milioni di dollari in finanziamenti, l'azienda ha recentemente annunciato un imponente investimento di 3,2 miliardi di euro in Italia, che prevede la creazione di 1.600 posti di lavoro.
 


Consigli per far fronte alla carenza di chip

Per affrontare efficacemente la carenza di chip, è fondamentale adottare una strategia e una pianificazione attente. Di seguito sono elencati alcuni metodi che potrebbero aiutare a mitigare l'impatto della situazione:

  •          Optare temporaneamente per l'uso di tecnologie a chip meno recenti, laddove possibile.
  •          Dare priorità agli aggiornamenti software invece di acquistare nuovo hardware.
  •          Adattare i prodotti per ridurre la dipendenza da componenti a chip limitati.
  •          Impiegare l'intelligenza artificiale per ottimizzare la ricerca e lo sviluppo e facilitare                         l'analisi dei rischi, migliorando così l'efficienza della catena di approvvigionamento.
  •          Aumentare i volumi di acquisto può portare a condizioni più vantaggiose in termini di                       prezzi e sicurezza dell'approvvigionamento.

È importante notare che queste strategie sono intese come soluzioni provvisorie e non affrontano la questione alla radice della carenza di chip. Tuttavia, possono svolgere un ruolo chiave nel mantenere la stabilità della catena di approvvigionamento in tempi di scarsità.