Tech Companies: perché l'Austria?

Preparare la fase di avvio, trovare dipendenti e investitori, pensare a forme di finanziamento, sviluppare modelli di business, aprire mercati di vendita e così via: sono necessari molti passaggi per trasformare un'idea in una tech company di successo o addirittura in una scaleup.

I requisiti fondamentali sono due:
                                                 • le reti a più livelli 
                                                 • le condizioni attraenti.

Alcuni imprenditori pensano a Boston, Londra o Berlino. Tuttavia, nel cuore dell’Europa, un piccolo paese è diventato il centro della scena delle startup. Secondo l’EY Startup Barometer, solo nel primo semestre del 2023, in Austria c'è stato il round di finanziamento più alto della storia. Oggi, perciò, il paese è al quarto posto nell’UE. Il suo centrale poggia su una combinazione di investitori privati, opportunità di finanziamento statale e un gran numero di istituti di ricerca e aziende che forniscono le infrastrutture necessarie, come ad esempio gli spazi di laboratorio. Ma ovviamente entrano in gioco anche fattori soft: l'elevata qualità della vita con un costo moderato rende l'Austria particolarmente apprezzata dai talenti internazionali. Gli attori sul campo sono pochi e i finanziamenti a disposizione sono tanti. Rispetto a San Francisco e Boston, insomma, la competizione per i talenti non è ancora così estrema.

Gli esempi illustri sono almeno due:

Ribbon Biolabs, impresa fondata da un venezuelano, per esempio, aveva bisogno di finanziamenti nei primi anni. L'azienda è stata costruita con i fondi del progetto dell'agenzia di promozione della ricerca FFG e della banca promozionale austriaca (aws). La consulenza personale dell'agenzia economica austriaca (ABA) è stata particolarmente preziosa.
Anche Brightmind.AI ha scelto Vienna. Mercato di destinazione USA, radici in Germania, partner nel Regno Unito eppure, dopo un'analisi approfondita, l'Austria è stata la prima scelta come sede per questa startup tecnologica. Brightmind.AI serve il mercato statunitense, ma il team ricerca e lavora in Austria. I fattori determinanti per questa decisione sono stati i vantaggi tangibili della ricerca in termini di finanziamenti e tasse, nonché la rapida opportunità di fare rete, oltre a brevi distanze, un forte pool di talenti e un ampio supporto da parte di enti pubblici come ABA e aws.
Ribbon Biolabs e Brightmind.AI sono tipici esempi di aziende che possono essere prese sotto l'ala protettrice dell'ecosistema xista. L’ex IST Cube, il fondo per l’innovazione dell’Istituto di Scienza e Tecnologia Austria (ISTA), ha già 14 startup nel suo portafoglio, per un totale di 100 milioni di euro di finanziamenti. Xista science ventures funge ora da ponte tra scienza, trasferimento tecnologico, imprenditorialità e finanziamenti alle imprese e fornisce anche infrastrutture di laboratorio e uffici.

L’obiettivo è creare un ambiente collaborativo e dinamico per fondatori scientifici e tech companies, dando loro accesso a ricerche e risorse all’avanguardia. Come MedTech Sarcura, che è riuscita a raccogliere 9,5 milioni di euro in due round di finanziamento con co-investitori per sviluppare terapie cellulari personalizzate su scala industriale. Il governo austriaco, insomma, sostiene fortemente le idee innovative, ad esempio con la nuova legge FlexCo, che consente una forma societaria speciale per le startup. Lo Stato, inoltre, paga alle aziende basate sulla ricerca un premio fiscale illimitato pari al 14% della spesa in ricerca e sviluppo.
Per di più, i Ministeri della Protezione del Clima e dell'Economia hanno investito 32 milioni di euro nella ricerca d'avanguardia orientata alle applicazioni nei COMET, compresa la biotecnologia industriale presso il Centro austriaco di biotecnologia industriale (acib). 
Nel 2022/2023, sono stati messi a disposizione oltre 50 milioni di euro attraverso il programma austriaco per le scienze della vita dell’Agenzia austriaca per la promozione della ricerca (FFG), finanziando, tra le altre cose, studi clinici. Tutti questi elementi fanno dell'Austria uno dei primi Paesi europei in fatto di investimenti in Ricerca e Sviluppo (3,26% del Pil). Non solo: il settore industriale di questo Paese vale il 29% e i centri di ricerca si attestano come autentiche eccellenze.

 

Austria e tech companies: la lunga storia dell'IA

Oltre 50 università e istituti di ricerca, quasi 300 aziende che operano nel campo dell'intelligenza artificiale (la cifra, quest'anno, registrano una crescita del 10%), presenza di una trentina di player internazionali dell'AI, eventi planetari come ViennaUP' e un programma pubblico, AI Mission Austria: sono molti i segnali che indicano che l’Austria sta rapidamente sviluppando un ricco ecosistema di intelligenza artificiale.
L'ecosistema austriaco ruota soprattutto attorno all'industria 4.0 (manutenzione predittiva, robotica industriale, etc.), con un focus sulle applicazioni nel campo della progettazione, della produzione e della fabbricazione. Tra le startup presenti a Vienna, sono rappresentati anche molti altri aspetti del mercato dell’intelligenza artificiale.

 

Pool di talenti favorevole alle startup

Grazie al suo elevato tenore di vita, al basso costo e al pool di talenti, l'Austria è diventata popolare tra imprenditori e talenti internazionali. Rispetto ad alcune grandi città americane, l'ecosistema austriaco dell'intelligenza artificiale è relativamente piccolo, ma si basa su una comunità molto forte, ben collegata con l'Europa e gli Stati Uniti. Ma non è tutto: il Paese ha molti altri asset. L’Austria, infatti, offre un forte ecosistema finanziario e fiscale per le startup, con sussidi pubblici, imposte sulle società ridotte e processi di creazione di imprese semplificati.

 

Sostegni e sussidi pubblici

Tra i sistemi accessibili agli imprenditori internazionali, c’è in particolare uno Startup Package recentemente istituito per consentire alle giovani startup di esplorare l’ecosistema tecnologico viennese, o lo status FlexCo, che facilita la distribuzione di stock option ai dipendenti. 
Per gli imprenditori internazionali, l’ABA (Austrian Business Agency), attraverso la sua offerta di supporto e servizi gratuiti, funge da punto di ingresso nel mercato austriaco, vero e proprio trampolino di lancio per affermarsi nell’area DACH (Germania, Austria, Svizzera). 
Tutti argomenti che colpiscono gli imprenditori. Molti di loro, al momento della reazione della società, considerano altre soluzioni negli Stati Uniti, ma infine concludono che i programmi di sostegno alla ricerca e sviluppo offerti qui, e in particolare le sovvenzioni, consentono loro di sviluppare più facilmente una tecnologia innovativa rispetto ai modelli di finanziamento basati sul capitale di rischio.

 

Dinamica europea

Man mano che crescono, le tech companies scoprono che la dimensione centrale e ben collegata dell'ecosistema austriaco è di grande vantaggio per la loro espansione non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti e persino in Asia.
Se anche le startup non possono competere con i livelli salariali dei concorrenti americani, riescono, tuttavia, ad attrarre talenti da tutto il mondo grazie a una migliore qualità della vita. E così, per esempio, scoprono che nell’Europa dell’Est ci sono numerosi talenti (spesso non riconosciuti), il che le aiuta a reclutare team molto diversificati. L'Austria, dunque, si inserisce a pieno titolo in una dinamica europea come partner chiave.

 


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Austria, Tech companies e finanziamenti europei

La ricerca in Austria costituisce un autentico fiore all'occhiello e ruota intorno all'Agenzia per la promozione della ricerca (FFG). Nel 2023, il Paese ha ottenuto ben 29 milioni dei circa 628 messi a disposizione dal Consiglio europeo della ricerca: è stato, così, stabilito un nuovo record senza precedenti nell'Unione. I finanziamenti del CER sono considerati altamente competitivi in ​​Europa. In particolare, l'ERC Starting Grant ha come obiettivo quello di aiutare i giovani ricercatori ad avviare la propria carriera lanciando un progetto o a creare un team che si faccia carico di idee di ricerca innovative. La dotazione media ammonta a 1,5 milioni di euro: in Austria lo chiamano blank call, proprio perché è aperto a qualsiasi genere di disciplina. Sono finanziabili, ad esempio, progetti inerenti le scienze della vita, l'informazione quantistica, la ricerca sui biomateriali e sulla politica migratoria. Ma quali sono le istituzioni più accreditate? Al primo posto c'è senza dubbio l'Università di Vienna, che nel 2023 ha collezionato ben 4 sovvenzioni. Al secondo posto si staglia, invece, l'Istituto per le patologie molecolari (IMP) che di progetti finanziati ne ha contati 3, nello stesso anno. A pari merito con due sovvenzioni a testa vengono, poi, l'Istituto di scienza e tecnologia (ISTA) e il Centro di ricerca per la medicina molecolare (CeMM) dell'Accademia austriaca delle scienze (ÖAW). Fanalini di coda (ma mai come in questo caso si fa per dire), l'Università di Graz, l'Università tecnica di Graz, l'Università di Innsbruck, l'Università di formazione continua di Krems e l'Università di Linz, che hanno ottenuto un solo finanziamento.

Il finanziamento del Centro europeo di Ricerche ha una doppia valenza, pratica e politica. Rappresenta, infatti, da subito, un aiuto e un sostegno concreti ai progetti ma, per il Paese, costituisce anche un forte veicolo di visibilità e prestigio nel contesto internazionale dell'Unione.

I fondi del Cer, inoltre, sono cumulabili: esiste, infatti, una categoria di fondi denominati Proof of concept e destinati ai ricercatori (o ai progetti) già finanziati dal CER: consentono di indirizzare la ricerca d’avanguardia verso l’innovazione. In questo campo, però, non è l'Austria, a livello europeo, a detenere il primato. Prima di lei si posizionano la Germania (87 progetti finanziati nel 2023), la Francia (50) e i Paesi Bassi.

Guardando le cifre, si scopre anche un'altra curiosità: le donne alla guida di nuovi progetti sono in aumento. Nel 2023, hanno sfiorato il 43%, ovvero il 4% in più rispetto all'anno precedente.

 

L'Austria, le Tech Companies e le tasse

Dulcis in fundo, la questione della tassazione. Nel 2022, il Parlamento austriaco ha approvato una riforma fiscale decisamente vantaggiosa (anche) per le imprese, perché prevede una sostanziale riduzione delle imposte sui redditi societari: nel 2024, tale riduzione ammonta al -2% rispetto al 2022, per un totale di 700 milioni di sgravi. Anche questo, un traguardo considerevole.