Rilevatore di gas: cos'è

 Occorre fare, innanzitutto, una distinzione tra rilevatori e analizzatori di gas. Questi ultimi hanno la funzione essenziale di misurazione e non sono progettati per garantire il rilevamento di una soglia di pericolo in un sito. Rispetto ai rilevatori, gli analizzatori sono generalmente più sensibili e più precisi, ma anche molto più ingombranti, più fragili e più costosi. Richiedono, inoltre, un grado di manutenzione più elevato rispetto ai rilevatori.

Rilevatore di gas: come funziona

 Il funzionamento del rilevatore di gas è abbastanza semplice: il dispositivo, in pratica, contiene un sensore catalitico che produce una reazione chimica quando viene rilevata una fuga di gas. Questa reazione chimica provoca l'invio di segnali elettrici per attivare l'allarme. Il rilevatore di gas consente, quindi, di essere avvisati di una possibile fuga di gas in un'abitazione o in una fabbrica, al fine di evitare avvelenamenti o esplosioni.

Rilevatori di gas: criteri di scelta

 I dispositivi variano a seconda della sostanza da rilevare. È possibile, tuttavia, anche scegliere un modello ibrido, che funziona con più di una tipologia di gas.

Per scegliere il rilevatore di gas più adatto alle proprie esigenze, è necessario in primis tenere conto della potenza di allarme e della frequenza di attivazione, che devono essere perfettamente regolate. È, quindi, vivamente consigliabile scegliere un rilevatore di gas che non solo abbia il contrasegno CE, ma che sia anche garantito dal fornitore.

Rilevatori di gas: le tipologie

Esistono due tipi principali di rilevatori di gas: il rilevatore di metano (noto anche come gas di città) e il rilevatore di butano e propano (gas in bombole).

Questi due apparecchi funzionano secondo lo stesso principio: misurano la concentrazione di gas nell'aria. Quando questo raggiunge una soglia critica, un allarme inizia a suonare. Se in casa, per esempio, si utilizzano sia il gas di città sia il gas in bombole, sarà necessario installare entrambi i rivelatori. I rilevatori di gas non sono obbligatori in casa, ma sono fortemente consigliati perché consentono di reagire rapidamente in caso di fuga e, quindi, limitano il rischio di esplosioni. 
Le tipologie di gas, tuttavia, sono molte più di due.
 

Ammoniaca (NH3)

 L'idrossido di ammonio, noto anche come ammoniaca è un solvente comunemente usato nei prodotti per la pulizia che si trova anche negli alimenti e nei fertilizzanti. L'ammoniaca anidra (NH3) si riferisce al gas puro o alla forma liquida pressurizzata di ammoniaca che non contiene acqua. Viene utilizzata in agricoltura e nella produzione di fertilizzanti, esplosivi, liquidi detergenti e alcuni prodotti farmaceutici.
 

Anidride carbonica (CO2)

Poiché l'anidride carbonica è un gas inodore e incolore, i lavoratori che operano in spazi ristretti possono trovarsi in presenza di elevati livelli di CO2. Le emissioni di anidride carbonica rappresentano un pericolo mortale e sono comunemente associate ai settori dell'edilizia, della produzione di birra, agricolo, meccanico e della produzione di biocarburanti.
 

Monossido di carbonio (CO)

 Il monossido di carbonio (CO) viene utilizzato nella produzione chimica, nella raffinazione dei metalli, nella lavorazione degli alimenti, nelle acciaierie, nelle banchine di carico e nella produzione di energia. Le persone che lavorano all'interno o in prossimità di spazi confinati in cui la CO è un sottoprodotto di varie combustione sono particolarmente a rischio di esposizione al monossido di carbonio. Tra le aree a rischio si possono citare, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, tombini, garage, tunnel, banchine di carico, magazzini e officine di riparazione automobilistica.
 

Cloro (Cl2)

Il cloro (Cl2) è utilizzato nell'industria farmaceutica, alimentare ed elettronica, nelle cartiere e negli impianti di trattamento delle acque reflue. Viene anche impiegato nella produzione di materie plastiche e nella fabbricazione di pesticidi, additivi per benzina, liquidi per freni e antigelo. Inoltre, le raffinerie di petrolio iniettano cloro direttamente nelle torce per ridurre le emissioni di zolfo. Il corretto rilevamento del cloro è, quindi, fondamentale nelle aree in cui è più probabile che i lavoratori siano esposti al gas tossico, come quelle di stoccaggio e gli impianti di lavorazione.
 

Biossido di cloro (ClO2)

 È un gas antropogenico, il che significa che non si trova in natura. Viene tipicamente utilizzato per la sanificazione: è altamente infiammabile e reattivo e presenta rischi di incendio ed esplosione.
 

Idrogeno (H2)

 Le raffinerie di petrolio lo utilizzano per convertire il petrolio greggio in combustibili raffinati (ad esempio, benzina e diesel) e per rimuovere le sostanze inquinanti da questi combustibili. Tra le altre industrie che utilizzano l'idrogeno ci sono quelle specializzate in produzione chimica, lavorazione degli alimenti, raffinazione dei metalli e produzione di componenti elettronici. L'idrogeno può essere utilizzato in forma compressa o liquida oppure generato in loco da acqua (elettrolisi) o gas naturale (reforming). Sebbene non sia tossico di per sé, è estremamente infiammabile.
 

Cloruro di idrogeno (HCl)

È utilizzato principalmente nella produzione di acido cloridrico. Viene anche impiegato, però, come reagente in processi chimici industriali, come l'idroclorurazione della gomma e la produzione di cloruri alchilici e vinilici. 
Gli impianti petrolchimici, la produzione di cotone, la sverniciatura dei metalli, la produzione di gomma e di semiconduttori sono altri settori o applicazioni in cui si possono incontrare alti livelli di acido cloridrico.
 

Acido cianidrico (HCN)

 È un composto chimico in forma liquida al di sotto di 25,6°C e un gas incolore al di sopra di 25,6°C. È estremamente tossico: viene utilizzato in campi come la fumigazione, la galvanica, l'estrazione mineraria, la sintesi chimica e la produzione di fibre sintetiche, plastica, coloranti e pesticidi. L'acido cianidrico può essere rilasciato accidentalmente durante le reazioni tra il cianuro e un acido o durante la combustione del nitrile.
 

Idrogeno solforato (H2S)

Si trova in una varietà di industrie e applicazioni, tra cui fonderie, discariche, impianti di trasformazione alimentare e birrifici. Le centrali nucleari lo usano er la produzione di acqua pesante e gli agricoltori come disinfettante. L'idrogeno solforato è altamente infiammabile, esplosivo e tossico.
 

Metano (CH4)

 Componente principale del gas naturale, il metano è utilizzato principalmente come combustibile per la produzione di luce e calore. Viene anche impiegato nella produzione di cellulosa e carta, nella lavorazione di alimenti e bevande e nella raffinazione del petrolio. La combustione a metano consente alle aziende di essiccare, deumidificare, sciogliere e igienizzare i propri prodotti. Il gas metano è infiammabile e deve essere monitorato in spazi chiusi o sotterranei, come miniere o centrali elettriche. Inoltre, sposta l'ossigeno, creando un rischio di asfissia.
 

Monossido di azoto (NO)

 È un gas ossidante non infiammabile e velenoso con un forte odore dolciastro. Può essere rilasciato dall'azione dell'acido nitrico sui metalli (ad esempio, in seguito all'incisione e decapaggio) ed è un sottoprodotto della combustione di fossili. 
È prodotto anche dall'ossidazione di materiali azotati e viene utilizzato nella produzione di acido nitrico, come agente di decomposizione in alcuni prodotti gassosi e nella fabbricazione di semiconduttori.
 

Biossido di azoto (NO2)

 È un sottoprodotto estremamente tossico della combustione di idrocarburi. Le principali fonti sono i motori a combustione interna (diesel) e le centrali termiche.
 

Ossigeno (O2)

 La misurazione accurata dei livelli di ossigeno è fondamentale per prevenire infortuni e incidenti mortali. I rilevatori di ossigeno, in genere, emettono un allarme quando il livello scende al di sotto di 19,5 volumi: sono spesso utilizzati in spazi ristretti, aree totalmente o parzialmente chiuse che non sono progettate per un'occupazione permanente.
 

Fosfina (PH3)

 È un gas infiammabile e altamente tossico: viene utilizzato nell'industria dei semiconduttori, nella lavorazione chimica e nella fumigazione di cereali, alimenti e tabacco prima della spedizione.
 

Anidride solforosa (SO2)

 È un gas incolore che emana un forte odore. Le applicazioni comuni vanno dalla produzione di acido solforico a quella di cellulosa e carta, dalla lavorazione chimica a quella degli alimenti e alla raffinazione del petrolio.

Rilevatori di gas: installazione

 I rilevatori di gas devono essere installati vicino a un dispositivo (una stufa o una caldaia), a una distanza compresa tra 1 e 4 metri. Gli apparecchi deputati al controllo del metano e quelli usati per il butano e il propano non possono essere installati nello stesso luogo.
Poiché il metano è un gas più leggero dell'aria, tende a salire. Quindi è consigliabile il rilevatore di metano a 30 o 40 cm dal soffitto. Il butano e il propano sono, a contrario, gas più pesanti, che rimangono sul fondo della stanza. È, quindi, necessario installare il rilevatore a 30 o 40 cm dal suolo. 
L'installazione di un rilevatore di gas limita il rischio di esplosione e garantisce la sicurezza dei residenti o dei lavoratori. Per una maggiore sicurezza, è anche possibile installare un rilevatore di monossido di carbonio e un rilevatore di fumo, che avviseranno del pericolo e scongoiureranno ogni genere di rischio.

Rilevatori di gas: norme e standard

 A parte il contrassegno CE, obbligatorio per tutti gli apparecchi importati, esportati e venduti nei Paesi che fanno parte della Comunità Europea, i rilevatori di gas per essere conformi alle norme vigenti devono possedere anche il marchio EN 50194.

Rilevatori di gas: costi

I costi dei rilevatori di gas possono esser molto diversi tra loro: i prezzi degli apparecchi domestici, ad esempio, oscillano generalmente tra 60 e 150 euro, I modelli a uso industriale più sofisticati, però, possono superare anche il migliaio di euro.